Su Architettura Sostenibile l’intervista ad Alessandro Ronca

Intervista al presidente del Parco dell’Energia Rinnovabile (PeR)

Giovedì 09 Febbraio 2012 07:13 Carola Arrivas Bajardi

risparmio e riduzione dell'esigenza del denaro QUALI SONO I VOSTRI PROGETTI PER IL FUTURO?
Oggi le energie rinnovabili sono per noi solamente un pretesto, il nostro vero obiettivo è la riduzione dell’esigenza del denaro, tutti i problemi che noi abbiamo oggi provengono dal sistema economico.

TI RIFERISCI ALL’AUTOSUFFICIENZA ENERGETICA?
In parte è questo ma più che l’autosufficienza, che alimenta l’isolamento, quello che cerchiamo di perseguire è il motore della condivisione. Da qui la nostra campagna di azionariato popolare Naturalife. Naturalife è l’evoluzione di un pensiero che è nato a livello individuale e imprenditoriale. Oggi per me è molto più interessante la condivisione piuttosto che l’ambizione di poter fare tutto da soli.

Inoltre oggi non esiste più un’isola felice, in qualsiasi luogo tu ti voglia andare a rifugiarti il riscaldamento climatico globale ti raggiungerà. La gente è stata portata dal sistema a isolarsi per essere più facilmente manipolabile. L’unica possibilità per uscire dall’isolamento è di sollecitare nelle persone il desiderio di trovare insieme delle soluzioni e mettendo a sistema le conoscenze.
Insieme si trovano molte più soluzioni, è un po’ come chiedere l’aiuto del pubblico in un quiz televisivo a casa, è probabile che se la domanda è ben posta la risposta sia giusta!
Penso che bisogna tentare strade alternative per uscire da questo tunnel della crisi. Oggi preferisco sfruttare tutte le mie risorse cerebrali non tanto per fare denaro ma piuttosto per ridurne l’esigenza.

IN COSA CONSISTE NATURALIFE?
Naturalife nasce dall’idea dell’azionariato popolare e darà seguito a un gruppo d’acquisto di tecnologie energetiche sperimentate dalla struttura che funzionerà come un centro di ricerca. Tutte le tecnologie energetiche da noi sperimentate verranno offerte a prezzo di costo agli associati. Il Parco delle Energie Rinnovabili diventerà anche un posto dove mettere in pratica esperimenti di democrazia ed economia partecipativa. Le persone che faranno parte del Naturalife diventeranno proprietarie del parco delle energie rinnovabili, quindi non saremo più noi i proprietari ma sarà una collettività. Parlo di un’impresa low profit, perché io non sono per il no profit tendenzialmente.

COSA INTENDI PER IMPRESA LOW PROFIT?
Bisogna rendere diverso il formato del profitto, essere trasparenti nei confronti del cliente e nello stesso tempo dimostrare di guadagnare il giusto, tutto dev’essere alla luce del giorno. Applicheremo il perfect price e tanti altri esperimenti che sono complessi da diffondere, per i quali stiamo mettendo a punto un sistema comunicativo efficace.

ALTRI PROGETTI?
C’è tutta la parte agricola che è in fase di evoluzione, abbiamo anche un presidio slow food. In fine oggi mi sto dedicando alla riqualificazione energetica delle auto, l’idea è rendere più efficiente l’automobile facendola consumare solo un litro ogni 50km.

Alessandro Ronca ha saputo mettere in pratica i principi della sostenibilità da autodidatta e sperimentando con le proprie mani. Insieme alla moglie Chiara e ad un gruppo di amici ha realizzato un Parco dell’Energia Rinnovabile in mezzo alle verdi montagne umbre. Il PeR è un centro turistico divulgativo, ma soprattutto è un luogo dove si continua a sperimentare mettendo in discussione tutto, ma proprio tutto!

L’intervista ad Alessandro Ronca è di Carola Arrivas Bajardi.

COME È NATO IL VOSTRO PROGETTO?
Il progetto è nato da un’esigenza. All’interno della proprietà dove avevamo deciso di costruire la nostra casa non c’era acqua.  Questa necessità è stata l’origine di tutta la ricerca sull’ottimizzazione delle risorse.

QUINDI NON SIETE STATI INIZIALMENTE MOSSI DA UNO SPIRITO AMBIENTALISTA!
Provengo da tutt’altra estrazione, ero un “iperconsumista”!

PRIMA DI CREARE IL PARCO DELL’ENERGIA RINNOVABILE HAI LAVORATO IN AFRICA, TI È SERVITA QUESTA ESPERIENZA?
L’esperienza in Africa mi è servita molto. Sono andato lì non certo come buon samaritano, facevo il direttore d’albergo e conducevo una vita nella norma, seppur legata al nel rispetto dei luoghi in cui mi trovavo, ma assolutamente con nessuna vocazione. In Africa se le cose non le sai fare non ti guardano neanche in faccia. Da lì è cominciato un processo di cambiamento inconsapevole, nel senso che si sono mosse delle cose che solo successivamente hanno preso forma. Avendo vissuto tanti anni in Africa mi sembrava assurdo che un posto in mezzo alle montagne e al verde avesse problemi d’acqua, in effetti invece li aveva ed era il motivo per cui quella zona era stata abbandonata completamente dagli agricoltori. Così abbiamo pensato di utilizzare le tecniche e l’esperienza fatta per recuperare questa risorsa, riciclarla e sfruttarla al massimo facendo si che fosse sufficiente al nostro fabbisogno. E lo è tuttora. Ancora oggi desta molta impressione il fatto che si possa vivere tranquillamente con l’acqua piovana.

DA CHI AVETE TRATTO ISPIRAZIONE?
La nostra linea filosofica nasce da un libro che ho letto che non è di quelli considerati illuminanti, però mi ha aperto gli occhi. “Ognuno può fare la differenza” di Butterfly Hill, è un bottino di storie di persone che nella loro vita hanno provato a cambiare qualcosa. Questo libro inizia con un detto indiano che dice che se tu pensi di essere così infinitamente piccolo da non poter cambiare le cose non ti sei mai trovato a letto con una zanzara! In ognuno di noi c’è un senso di inquietudine che non ha una spiegazione razionale, io l’ho colta grazie a questo libro e da lì ho cominciato a pensare che forse tutto quello che avevo fatto fino quel momento non aveva un gran senso. Così è iniziato un processo che ancora non si è fermato. Ancora oggi metto in discussione qualsiasi cosa, non mi sta bene niente!

QUAL È LA VOSTRA IDEA DI EFFICIENZA ENERGETICA?
È molto più facile mettere in pratica l’efficienza energetica piuttosto che produrre energia. Quello che abbiamo fatto noi al PeR è stato ridurre i sistemi energetici e utilizzarli al di là del fatto che fossero finanziati o meno. L’importante è che una tecnologia faccia il suo lavoro al meglio. Il nostro consigliere non è il Ministero dell’Economia, è Leonardo da Vinci! Noi ci confrontiamo ogni volta con la tecnologia da applicare e scegliamo quella più adeguata alle nostre esigenze, al di là del fatto che sia coperta o meno da un finanziamento. Per esempio se io devo produrre l’acqua calda è inutile passare per l’energia elettrica, ci saranno dei veicoli e dei sistemi energetici molto più convenienti…se invece devo scaldare l’aria, partire dall’energia elettrica significa fare una strada impossibile!

L’intervista ad Alessandro Ronca è di Carola Arrivas Bajardi.

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