Il fumo da sigarette, entro il 2030, ucciderà ogni anno oltre 8 milioni di persone, contro i 7 milioni attuali, se non saranno attuate efficaci politiche di contrasto. Le stime sono fornite dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, che lancia ancora una volta l’allarme, benché i numeri dimostrino come esso resti in gran parte inascoltato. Novecentomila sono solo le morti nel mondo ogni anno per fumo passivo.
In Italia i numeri fanno veramente pensare: il fumo causa annualmente la morte di 80mila persone, come se ad essere cancellata fosse ogni anno una città grande come Varese.
Ma almeno smettere riduce il rischio e dopo 10 anni di stop dalle sigarette il pericolo di contrarre il cancro scende a circa la metà rispetto ad un fumatore, sempre secondo l’OMS. Globalmente, 165.000 bambini muoiono prima dei 5 anni di infezioni respiratorie causate proprio dal fumo passivo. E quelli che vivono fino all’età adulta continuano a riportare conseguenze, per le frequenti infezioni respiratorie. Il fumo è poi un agente molto pericoloso per l’inquinamento dell’aria: contiene oltre 7000 sostanze chimiche, 69 delle quali sono note come cancerogene. Ma c’è di più: anche se il fumo risulta invisibile e inodore, può rimanere sospeso nell’aria anche per cinque ore, mettendo in serio pericolo la salute dei soggetti ignari che frequentano degli spazi chiusi.
Nonostante gli allerta internazionali, i numeri dei fumatori restano alti: 12,2 milioni di italiani, il 27,7% (+3,8 punti negli ultimi anni) degli uomini e il 19,2% delle donne (-1,6 punti). A preoccupare sono anche i giovani: tra i 14 e i 17 anni un giovane su 10 fuma abitualmente e addirittura, rileva l’Istituto superiore di sanità, si inizia a fumare anche a 9-10 anni alle elementari e oltre la metà dei fumatori abituali tra 14 e 17 anni fuma pure cannabis. A livello mondiale, fumano oltre 24 milioni di ragazzi tra 13 e 15 anni, tra cui 17 milioni maschi e 7 milioni femmine.