«Alessandro Ronca ha dato corpo e vita al progetto del Parco dell’Energia Rinnovabile, di cui è direttore scientifico. Un progetto virtuoso ed esempio di risparmio ed efficienza energetici»: inizia così la prefazione di Paolo Ermani all’utilissimo libro di Alessandro Ronca, “Vivere senza bollette” (Terra Nuova Edizioni).
Qui di seguito il testo integrale della prefazione che Paolo Ermani, presidente dell’associazione Paea , co-fondatore dell’Ufficio di Scollocamento , ha scritto all’utilissimo libro di Alessandro Ronca, “Vivere senza bollette”. Ronca è direttore scientifico del PeR, il Parco dell’Energia Rinnovabile .
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«Se fossimo in un altro paese e non in Italia, Alessandro Ronca dirigerebbe qualche istituto di ricerca e sviluppo o sarebbe docente universitario, ma visto che siamo in un paese “alla rovescia”, Alessandro ha cercato altre strade e ha dato corpo e vita al progetto del Parco dell’Energia Rinnovabile, insieme alla moglie Chiara, al figlio Alberto, all’amico Maurizio e ad altri soci. Un progetto virtuoso ed esempio di risparmio ed efficienza energetici.
Al PeR, sulle colline umbre, nei pressi di Terni, da anni Alessandro fa formazione, sperimenta e applica quello che elabora con la sua mente geniale ed eclettica. Basta conoscerlo per accorgersi di essere di fronte a una persona molto particolare, che alla teoria fa seguire sempre la pratica, metodologia assai rara nel nostro paese dove i teorici troppo spesso rimangono tali e al massimo si preoccupano di come vendersi meglio.
La pratica per Alessandro significa costruire manualmente, fare prove, tentativi, trovando metodi e soluzioni che possono davvero fare la differenza. Basti pensare ad alcune fra le sue tante invenzioni: la riscoperta e rinnovata applicazione dei collettori solari ad aria calda, in Italia pressoché sconosciuti; gli orti autoirriganti che riducono drasticamente i consumi di acqua; la casa modulare con il suo zaino energetico; la moto elettrica alimentata dal fotovoltaico e così via.
Alessandro è inoltre uno dei pochi operatori didattici capace di affascinare adulti e bambini con la stessa facilità, in grado di spiegare anche cose complesse in maniera semplice e comprensibile a tutti e sempre con grande passione, anche quando arriva alla millesima spiegazione di come funziona un impianto fotovoltaico. È capace di passare da un argomento all’altro facendo le necessarie connessioni, insomma mai polimata dal multiforme ingegno fu definizione più appropriata, o se si vuole scegliere una definizione più semplice basterebbe dire: una ne fa e cento ne pensa.Preso da tanti interessi e progetti, non era ancora riuscito a scrivere un libro che potesse far scoprire a un pubblico più ampio le sue qualità e conoscenze ma ora che lo ha finalmente scritto , avete fra le mani un testo tecnico ma accessibile a tutti, fra i più interessanti e completi che ci siano sull’argomento. Un libro che non è accademia ma bagaglio acquisito sul campo, chiaro e facilmente replicabile circa un argomento quanto mai attuale, cioè quello dell’autosufficienza energetica.
Siamo infatti un paese che potrebbe diventare autosufficiente in breve tempo ma che è ancora ostaggio di potenti multinazionali che tanto parlano di ambiente ma fanno solo green washing, perché poi alla fine il loro core business è sempre lo stesso: vendere combustibili fossili sulla pelle delle persone che continuano a morire di inquinamento a decine di migliaia ogni anno.
Se quindi si vuole passare alla pratica e abbandonare un sistema costoso, inefficiente, nocivo e senza alcun futuro, Vivere senza bollette è un libro destinato a diventare un punto di riferimento. E visto che Alessandro non sta mai con le mani in mano, oltre alla tecnologia esterna di cui spiega approfonditamente in questo libro, si è messo da un po’ di tempo ad occuparsi anche di “tecnologia interna”, cioè di come possiamo con le nostre sole forze mentali e fisiche migliorare notevolmente noi stessi e la nostra salute. Ma questa è un’altra storia che vi racconterà quando lo incontrerete o in uno dei suoi prossimi libri.
Buona e saggia lettura».