«Ed è emersa l’enorme potenzialità della combinazione tra tecnologie passate, nuove conoscenze e materiali, nonché dell’applicazione di concetti antichi e conoscenze tradizionali alla tecnologia moderna. Per procedere in questa direzione non servono microprocessori ultraveloci, mezzi di trasporto da 200 cavalli, connettività all’ennesima potenza e schermi video da 8k di risoluzione. Occorre una vera rivoluzione “giusta per il pianeta” – aggiunge Ronca, affiancato dai collaboratori più stretti, Chiara Flugy Papè e Maurizio Ferrario – e noi siamo pronti a farla. Stabilendo i limiti e i confini allo sviluppo, proporzionato alle risorse disponibili e rigenerabili; consolidando i traguardi raggiunti sfruttando la collaborazione e l’intelligenza collettiva; creando connessioni partecipative tra le molteplici realtà nel nostro paese in giro per il mondo che credono e lavorano nella sostenibilità in pratica, non in sola teoria».
«Una ricetta che sfrutta il semplice buonsenso, l’efficienza energetica e la logica applicazione dei principi fisici, chimici e biologici delle scienze che abbiamo studiato sui banchi di scuola, ma che la società della crescita infinita ci ha fatto completamente dimenticare».
Al PeR si parte già da una struttura che ha completa autosufficienza idrica grazie al recupero dell’acqua piovana, che utilizza sistemi di riscaldamento e raffrescamento passivi, che conta su spazi idonei alla ricerca e alla progettazione nel campo delle energie rinnovabili e dei sistemi sostenibili, che vede laboratori attrezzati per realizzare prototipi e che ha camere e dotazioni adeguate per ospitare singoli e gruppi.
«Sì, siamo prontissimi e siamo partiti – aggiunge Ronca – È così che vediamo il futuro del PeR; non chiusi in noi stessi ma aperti al mondo, sperimentando la tecnologia che migliora “veramente” la nostra vita e rispetta la base biologica dell’esistenza: non schiavi, ma protagonisti attivi e registi».
Non più, dunque, progresso tecnologico finalizzato ai mercati e alla speculazione economica, bensì una realtà “bioeconomica” che si concentri, per esempio, sulla non produzione dei rifiuti, sul non consumo di energia, sul risparmio di risorse, che non è sacrificio ma un nuovo umanesimo.
«Qui al PeR vogliamo continuare a ispirare nelle persone il desiderio e il piacere di cambiare, ma con una nuova prospettiva, ancora più pratica, etica, sostenibile per tutti e da tutti, anche perché non è la Terra che appartiene all’uomo, ma è l’uomo che appartiene alla Terra. Per questo diamo il via anche a un’attività organica di formazione che diventerà uno dei nostri punti di forza, con corsistica identitaria (QUI IL CALENDARIO DI TUTTI I NUOVI CORSI), soggiorni di ricerca e sperimentazione e laboratori esperienziali di costruzione».