I ricercatori della Buffalo School of Engineering and Applied Sciences hanno messo a punto un dispositivo low cost e a zero consumo di energia capace di raffreddare allo stesso tempo abitazioni e ambiente circostante. «Un ottimo esempio di Fair Tech Revolution, proprio come quella che stiamo portando avanti noi al PeR, il Parco dell’Energia Rinnovabile» spiega Alessandro Ronca, direttore scientifico del Centro.
«Il sistema di raffreddamento passivo ideato dai ricercatori americani potrebbe essere installato sui tetti di palazzi o case e ridurre la temperatura interna fino a un massimo di 6°C di giorno e 11°C di notte. Il prototipo è costituito da una piccola scatola in schiuma rivestita da uno speciale strato misto di metallo e polimero, un foglio d’alluminio rivestito con un polimero trasparente chiamato polidimetilsilossano. L’alluminio riflette la luce solare, mentre il polimero assorbe e dissipa il calore dall’aria circostante. L’energia solare viene convogliata verso il centro della scatola dalla particolare conformazione della struttura: le pareti esterne (oblique) sono composte da un materiale che assorbe l’energia solare, mentre quelle interne (dello stesso materiale) sono costruite a forma di cono invertito. Una conformazione che aiuta ad assorbire la luce in entrata e a reindirizzare verso l’esterno il calore riflesso dal film di alluminio/polidimetilsilossano».
«Sì, come dicevo è proprio un bell’esempio di Fair Tech Revolution: la possibilità di sfruttare un antico principio, il raffrescamento radiativo, con nuovi materiali – aggiunge Ronca – Queste sono le tecnologie dove bisogna focalizzare i neuroni di tutte quelle infinità di persone che hanno capacità intellettive che vengono invece sprecate per sviluppare tecnologie di cui non abbiamo bisogno e che servono principalmente ad alimentare il sistema economico attuale e a impoverire il pianeta di preziose risorse».
«Il principio utilizzato dagli studiosi americani veniva utilizzato in India e in Iran, ovviamente in modo molto semplificato, per produrre e conservare, centinaia di anni fa, il ghiaccio durante la notte utilizzando… il glaciale spazio oltre la nostra atmosfera. Il principio non è facilmente intuibile , ma in realtà sfrutta la capacità di un materiale di riflettere fortemente il sole e contemporaneamente avere un’alta emissione infrarossa, riducendo così il riscaldamento e aumentando fortemente la rimozione del calore attraverso una radiazione verso lo spazio – prosegue Ronca – Sono diversi anni che alcune università stanno sperimentando queste tecniche, ma quella sviluppata dai ricercatori di Buffalo sembra essere molto interessante poiché, a differenza degli altri esperimenti fatti, non viene abbinata a un sistema di raffrescamento attivo per potenziarne le capacità e ridurne i consumi, ma funziona indipendentemente applicata sugli edifici. Comunque in Persia, oltre 2000 anni fa, già ci avevano messo le mani…».
Il PeR ha messo un’ampia attività di formazione, di ricerca e di proposta per diventare, ancora di più, punto di riferimento per le tecnologie fair, a impatto non solo zero ma positivo, per formare studenti, cittadini, persone che potranno aprire gli occhi e la mente.