Autosufficienza idrica: sembra un’utopia, una meta quasi irraggiungibile. Invece al PeR, il Parco dell’Energia Rinnovabile, è una realtà consolidata, grazie a un efficacissimo sistema di recupero, filtraggio e riciclo dell’acqua piovana.
«L’autosufficienza idrica di una struttura come la nostra è un traguardo importante e un esempio che raccontiamo a tutti coloro che vengono a visitarci – spiega Alessandro Ronca, direttore scientifico del PeR – abbiamo il centro ricerca, i laboratori per la realizzazione di prototipi e il Green Hotel con 28 posti letto, più cucina, bagni e dependance. Quindi, è un grande risultato».
«Parte della visita guidata al PeR verte proprio sulla spiegazione e la dimostrazione di come abbiamo fatto a essere autosufficienti per l’acqua – prosegue Ronca – Quando riceviamo visite di scolaresche al PeR, una delle domande che faccio ai bambini e ai ragazzi è: come mai esce l’acqua dal rubinetto di casa vostra? Le risposte sono sempre divertenti, vanno dall’acquedotto romano a non meglio identificate tecnologie che la spingono su per i palazzi. E dopo aver esplorato le meraviglie della tecnologia idrica, c’è quasi sempre qualcuno, meno poetico ma magari partecipe delle problematiche domestiche, che dice: “Arriva l’acqua perché paghiamo la bolletta!”».
«E qui di solito mi inserisco fingendo incredulità e dicendo ai ragazzi: “Nooo, ma dai! Ancora pagano la bolletta dell’acqua i tuoi genitori… ma veramente pagano per qualcosa che potresti raccogliere gratuitamente dal cielo?”. Attoniti, i bambini mi guardano un po’ imbarazzati dal fatto che i loro genitori non ci abbiano pensato e già immaginano di raccontare, una volta a casa, questa scoperta. Conosce bene anche le risposte degli adulti: “Eh, sì, si poteva fare… ma non abbiamo costruito noi il palazzo e poi voi vivete in campagna… in città è impossibile fare una cosa del genere”. Dopo 10 anni di domande e incredulità sulle soluzioni che abbiamo sperimentato al PeR, ho pronto una sorta di manuale per sostenere e spiegare queste scelte, che negli anni hanno dato prova della loro efficacia». «E posso affermare che il recupero dell’acqua piovana è senza dubbio una delle soluzioni tecniche che non possono essere trascurate nelle scelte abitative di ogni uomo sulla terra – prosegue Ronca – Al di là degli aspetti tecnici che possono avere diverse declinazioni a seconda della tipologia abitativa e dello studio del fabbisogno idrico specifico, direi che recuperare le acque meteoriche porta i seguenti vantaggi:
- Totale gratuità della risorsa ottenuta, tra l’altro alla base della sopravvivenza della vita
- Aumento dell’indipendenza dal sistema e aumento della personale resilienza ad eventi imprevisti
- Creazione di un legame fortissimo con la natura, che seppur aumentando le preoccupazioni (se non piove più come prima) della nostra quotidianità, ce ne fa apprezzare la grandezza. Riusciamo così a vedere una giornata di pioggia non come una “brutta giornata” ma come una bella giornata di pioggia, poiché le cisterne si riempiono
- Aiuto per attuare comportamenti di risparmio e prevenzione, poiché il fatto che non piova per un certo periodo ci mette già allerta e non veniamo colti alla sprovvista dalle eventuali ordinanze comunali di razionamento dell’acqua
- L’acqua piovana è priva di sali minerali e quindi non ha calcare; ciò riduce le incrostazioni a tutti ben note e, nell’uso, consente di ridurre di oltre il 50% l’uso di detergenti e saponi con conseguenze positive sull’ambiente e per le nostre tasche
- Questa assenza di calcare, evita completamente la formazione di incrostazioni all’interno degli elettrodomestici. Le incrostazioni li danneggiano e li rendono più energivori dal punto di vista elettrico, poiché l’incrostazione è sostanzialmente un isolante e riduce l’efficienza energetica gradualmente e silenziosamente, fino a sfociare nel non funzionamento
- La sua “leggerezza”, per esperienza di uso da oltre 20 anni, garantisce al nostro corpo un effetto idratante ed emolliente che molti ottengono con creme che non sono così più necessarie
- La sua lieve acidità la rende perfetta per la conservazione in cisterne senza l’uso di additivi, poiché l’ambiente acido non facilita la proliferazione batterica
- L’acqua piovana è in assoluto la migliore scelta per l’irrigazione delle nostre amate piantine e per l’orto, poiché è quella a cui naturalmente le piante, per ovvi motivi, sono maggiormente abituate.
Ci sono poi altri usi secondari per impiegarla, meno significativi ma utili. Ad esempio sostituisce l’acqua demineralizzata per il ferro da stiro, evitandoci di acquistarla; oppure è utile per i tergicristalli dell’auto o all’interno delle batterie».
QUI le informazioni per visitare il PeR